Ogni anno, la Giornata Mondiale del Rene si pone come un faro illuminante sull’importanza della salute renale, attirando l’attenzione del mondo sulla prevenzione, la gestione e il trattamento delle malattie renali. Questo evento globale, che quest’anno si celebra il 14 marzo con il claim “Salute renale per tutti!”, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza vitale dei nostri reni per il benessere complessivo e sull’impatto devastante delle malattie renali croniche (MRC).

In Italia, la malattia renale cronica rappresenta una sfida sanitaria in crescita, con un numero significativo di individui che vivono con questa condizione spesso silenziosa, ma progressivamente dannosa. In Italia sono oltre 5 milioni i pazienti con malattia renale cronica, una condizione complessa che può impattare pesantemente sulla qualità di vita dei pazienti e nei casi più gravi si arriva a dover fare la dialisi o addirittura il trapianto di reni.

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Dei pazienti con malattia renale cronica, 1 su 5 sviluppa anemia, che rappresenta la complicanza più frequente e compromette in modo significativo la qualità di vita del paziente, con un incremento del rischio di malattie cardiovascolari e della mortalità. Forte l’impatto che ne scaturisce sul SSN, considerando fattori come il numero delle ospedalizzazioni, le dialisi e il livello di risorse economiche e sanitarie impiegate. A causa dell’assenza di sintomi che caratterizza la MRC nelle fasi iniziale e intermedie, l’anemia può essere il primo campanello d’allarme.

L’anemia da MRC è un perfetto esempio di quanto sia importante un’organizzazione integrata. Oggi la prospettiva di cura mira a preservare la funzione renale piuttosto che sostituirla ed ecco perché l’anemia diventa parte in causa e, per una gestione ottimale che miri a garantire al paziente la migliore qualità di vita per il tempo maggiore possibile, bisogna tener conto di entrambe le condizioni cliniche. Non è più possibile ragionare considerando una condizione per volta.

Dunque, serve una “regia” in grado di garantire l’armonizzazione e la personalizzazione del percorso per i pazienti, soprattutto considerando che si tratta di pazienti cronici. Affidare la gestione del paziente al singolo professionista non è possibile e non porta ad un management efficace, è indispensabile un atteggiamento di “presa in cura” del paziente che coinvolga tutti gli attori che – a vario titolo – entrano nel percorso diagnostico-terapeutico. Ed è proprio su questi aspetti che ha lavorato il progetto ImpAct, realizzato da ISHEO in collaborazione con Paradeigma Consulting e con il contributo non condizionante di Astellas Pharma.

Si tratta di un progetto molto articolato che si è svolto attraverso la realizzazione di due workshop con la partecipazione di 8 regioni e il coinvolgimento di un panel multidisciplinare di nefrologi, medici di medicina generale, medici internisti, farmacisti ospedalieri e manager sanitari. Dal loro confronto sono emersi i punti-chiave per la corretta gestione del paziente con anemia da Malattia Renale Cronica che sono poi confluiti nella realizzazione di un vademecum per il Change Management (leggi il Progetto ImpAct a questo link).

Le raccomandazioni del Vademecum si concentrano su quattro aree chiave: promuovere una stretta collaborazione tra i vari specialisti e i livelli del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), enfatizzare l’importanza della diagnosi precoce e della prevenzione della progressione della malattia, adottare un approccio di trattamento e follow-up centrato sul paziente e garantire la sostenibilità economica attraverso l’uso di terapie innovative e una pianificazione a lungo termine. Queste linee guida mirano a trasformare la gestione dell’anemia e della MRC, mettendo al centro il benessere del paziente.