I nostri amici a quattro zampe danno un importante contributo anche alla ricerca scientifica. Come? Grazie ad un’indagine di onco-epidemiologia sulla possibile correlazione tra ambiente e tumori nei cani e nelle persone.

Il progetto, promosso dall’Istituto e dal Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università Federico II, mira a raccogliere dati sui potenziali fattori ambientali che potrebbero aumentare il rischio di tumore nei cani e nell’uomo. Alcune sostanze chimiche e fisiche, come i pesticidi, il particolato aerodisperso, il fumo di sigaretta, le radiazioni o altre sostanze pericolose hanno il potenziale, non ancora ben definito, di causare alcuni tipi di tumore nei cani.

Se i ricercatori riusciranno a capire meglio quale tipo di esposizione favorisce l’insorgenza dei tumori nei cani, allora sarà possibile applicare misure preventive per ridurre l’incidenza dei tumori sia nei cani che nell’uomo.

L’Indagine di Oncoepidemiologia comparata consiste in un questionario on-line a partecipazione volontaria e completamente anonimo, rivolto a tutti coloro che posseggono o che hanno posseduto un cane. Potranno partecipare sia i possessori di cani (attualmente o in passato) affetti da cancro, che persone affette da cancro con un animale in famiglia.

Il questionario è scaricabile dal sito web della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università del Queensland, partner del progetto al seguente link: https://uniofqueensland.syd1.qualtrics.com/jfe/form/SV_1Z9msxVGA7aQILk?Q_CHL=qr

“La malattia neoplastica nel cane e nell’uomo – dice Orlando Paciello, docente di Anatomia patologica – in molte circostanze si caratterizza per la stessa manifestazione clinica, potenziale metastatico e instabilità genomica. La principale differenza sta nella latenza, essendo minore nel cane. Se riusciamo a capire che tipo di esposizioni sono implicate in modo diretto nel meccanismo di carcinogenesi dei cani, allora possiamo applicare misure di prevenzione e screening negli stessi e nell’uomo”.