In Italia quasi due milioni di donne sono portatrici o sono guarite da un cancro. Le neoplasie tipicamente femminili, a differenza di altre neoplasie che possono colpire la donna, hanno il “valore aggiunto” di impattare in larga misura sulla sfera emotiva oltre che sul corpo della donna. L’alopecia, l’asportazione del seno, la soppressione della funzionalità ovarica, le ripercussioni sulla sessualità, sulla fertilità e sulla possibilità di procreazione sono tutti fattori che stravolgono e obbligano a ridisegnare il proprio modo di essere e sentirsi donna.

Tra le nuove diagnosi di tumore si stima inoltre che una proporzione superiore al 20% sia causata da agenti infettivi. La IARC (International Agency for Research on Cancer) ha infatti definito come cancerogeni alcuni agenti biologici responsabili di infezioni umane (tra cui HIV-1 e HPV). La comprensione dei meccanismi epidemiologici e eziopatogenetici dei tumori virus-relati (quali carcinoma della cervice uterina, carcinoma dell’ano) risulta essenziale per l’ottimizzazione della gestione dei pazienti.

La medicina di genere sta contribuendo ad apportare una rivoluzione culturale e sociale nell’approccio ai pazienti appartenenti alle minoranze di genere, che nonostante ciò continuano ad affrontare discriminazioni e disuguaglianze in vari ambiti sanitari, quali l’accoglienza, la prevenzione e l’accesso alle cure dello stato di salute fisico e mentale.

Nonostante gli studi di prevalenza delle persone transgender siano gravati da un’enorme variabilità di dati si stima che una percentuale variabile tra 0.3-0.5% degli adulti si identifichi come transgender.

Seppur scarsa, la letteratura scientifica evidenzia tra le persone transgender una maggior frequenza di fattori di rischio oncologici, una maggiore incidenza e mortalità per tumori, un minor accesso ai sistemi di prevenzione tramite screening e alle cure palliative.

Occorre essere consapevoli che sulla scena sociale si affacciano identità inedite che sfidano le conoscenze comuni e che interrogano le pratiche sociali e istituzionali. È essenziale analizzare sia i fattori quantitativi che qualitativi del fenomeno per permettere agli operatori sanitari di comprendere al meglio i bisogni fisici, psicologici, sociali, spirituali ed emozionali dei pazienti transgender affette da cancro.

Queste sono queste le premesse della terza edizione del convegno “Donna e cancro, from bench to bedside” che si svolgerà lunedì 9 ottobre presso le sale del Circolo Filologico di Milano. Responsabile scientifico della giornata di studi è la Prof. Nicla La Verde, Direttore della Struttura Complessa di Oncologia dell’Ospedale Luigi Sacco. “Questo convegno ha l’obiettivo, grazie al coinvolgimento di diversi specialisti del settore, di affrontare le tematiche relative alla presa in carico della donna con un tumore, trattando in primis il tumore mammario e ovarico, poi le tematiche relative all’immunità, a cancro e infezioni virali e alle minoranze di genere”.

L’evento prevede anche l’intervento di un paziente che esprimerà il punto di vista delle patient advocacy rispetto alle tematiche affrontate.