Lo sport è una pratica fondamentale per la prevenzione, ma non è sufficiente per garantirsi un sistema immunitario efficiente. Il tema è stato al centro del live talk “Sport&Prevenzione: il ruolo della vaccinazione per un sistema immunitario allenato e sempre in forma”, che si è tenuto a Roma il 16 dicembre presso il Palazzo dell’Informazione, sede di Adnkronos.

Ospiti Maurizio Casasco, presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana, Sergio Pecorelli, rettore emerito dell’Università di Brescia e presidente del Comitato Scientifico FMSI, Carlo Signorelli, professore ordinario di Igiene e sanità pubblica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, e Rino Agostiniani, della Società Italiana Pediatria, moderati dal vicedirettore Adnkronos Fabio Insenga.

I dati contenuti nell’Annuario statistico italiano 2021, riportano che il 36,6% della popolazione pratica almeno uno sport, di cui il 27,1% in modo continuativo rispetto al 9,5% che lo fa saltuariamente. In larga parte si parla di frequentatori di federazioni o associazioni sportive dilettantistiche: basti pensare che nel 2020 il Coni contava oltre 13 milioni 113mila persone tesserate e circa 115mila organizzazioni, tra associazioni e società sportive dilettantistiche.

Da qui il ruolo che i medici di Medicina dello sport rivestono nel controllo della salute di chi voglia praticare un’attività sportiva è molto importante e non può escludere il tema delle protezioni vaccinali. Infatti, già nel 2017 la Società italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica S.It.I. con la Federazione Medico Sportiva Italiana (Fmsi) produssero un documento sull’uso delle vaccinazioni negli atleti sportivi professionisti, suddiviso tra sport individuali, di squadra o di combattimento ma anche tenendo conto del luogo in cui si svolge l’attività e delle condizioni specifiche dell’atleta.

Attenzione particolare va rivolta anche all’età dei praticanti: sempre l’Annuario statistico riporta che parliamo di bambini e adolescenti, di cui il 58% della fascia 6-10 anni esercita uno sport, come il 60,5% tra gli 11 e 14 anni, e il 50,1% dell’età 15-17 anni. Crescendo le percentuali si riducono, ma non va trascurata nell’adulto la fascia più alta, pari al 37,3%, che riguarda persone tra i 65 e i 74 anni. Tutte categorie che necessitano di una protezione vaccinale mirata per poterne tutelare la salute.

Dati sulle coperture vaccinali al 2021 del ministero della Salute, riportano una generale diminuzione delle vaccinazioni entro gli 8 anni di età per quanto riguarda il morbillo (86,94%) e la polio (87,03%), il cui standard previsto dal Pnpv è pari al 95%. Attenzione particolare alle vaccinazioni in adolescenza: sempre nel 2021 i dati relativi alle corti di 16 e di 18 anni rilevano che contro il meningococco C il dato migliore riguarda i sedicenni, con copertura pari al 58,95%, a fronte di un 53,47% nei diciottenni. Situazione inversa invece per il vaccino meningococco ACWY coniugato, che nei maggiorenni raggiunge il 62,22% e nei nati nel 2005 invece si ferma al 58,50%. Questa fascia, fino all’età di giovani adulti, è quella più a rischio nel contrarre o essere portatrice di tale grave infezione batterica.

Ma non si possono trascurare anche le vaccinazioni raccomandate più recenti, come ad esempio quella contro il meningococco B che, introdotta nel Pnpv nel 2017, vede molti bambini e ragazzi che non ne hanno potuto beneficiare.

Infine, anche la vaccinazione contro il papilloma virus ha ampi spazi di recupero: i dati al 2021 di copertura a ciclo vaccinale competo per le corti di nascita 1997-2009 restano ancora bassi nei target primari, ovvero soggetti, maschi e femmine, che compiono 12 anni. Sensibile il recupero per le ragazze che hanno compiuto 13 anni, le quali raggiungono il 53,53% di copertura, però si è ancora distanti dal 95% indicato nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale.

Il live talk, realizzato con il supporto non condizionante di GlaxoSmithKline e Sanofi, ha quindi messo a fuoco quanto sia importante la vaccinazione per chi pratica uno sport, anche a livello non agonistico e per ogni età. Un aspetto non secondario che riguarda il medico anche in fase di rilascio del certificato di idoneità sportiva, quale occasione per eseguire uno screening vaccinale e dare le opportune raccomandazioni alla popolazione, anche a fronte delle indicazioni di copertura indicate dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale non ancora ideali per una fetta di popolazione ampia, che potrebbe trovare nel medico di Medicina dello sport l’interlocutore ideale.