La scorsa settimana la popolazione globale ha raggiunto gli 8 miliardi, in aumento di 1 miliardo in soli 11 anni, un risultato storico frutto del graduale ma costante aumento della durata della vita reso possibile da farmaci e cure sempre più efficaci, maggiore attenzione agli stili di vita e al miglioramento delle condizioni igieniche. Lo scenario che si presenta di fronte alle nuove generazioni è tuttavia quello di un presente difficile e di un futuro incerto, caratterizzato da sfide complesse, spesso interrelate tra loro, di tipo economico e sociale, come il rallentamento della crescita globale e la polarizzazione dei redditi. Sullo sfondo rimane poi la sfida più grande, da cui dipende la sopravvivenza dell’attuale sistema: la crisi climatica e i suoi effetti, come l’aumento degli eventi meteorologici estremi e dei disastri naturali.

“Oggi, ci troviamo parte di un cerchio che pian piano va chiudendosi: l’originaria iper-attività e iper-sfruttamento dell’uomo sulle risorse naturali costituisce poi causa stessa di un “ritorno di fiamma” della natura sulla salute umana; ne sono testimonianza gli innumerevoli disastri naturali quotidianamente occorrenti e, in maniera ancora più diretta, la pandemia da COVID-19”, ha affermato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin in un messaggio letto in apertura dell’evento. “Come Stato, abbiamo la responsabilità di intervenire per la tutela della salute dei nostri cittadini e non solo e come Governo, abbiamo il compito di introdurre tutte le misure necessarie per il rallentamento dell’impatto del cambiamento climatico e dell’ambiente sulla salute umana secondo un duplice binario, vale a dire la cultura della prevenzione e il rispetto degli obiettivi di controllo dell’aumento delle temperature, riduzione delle emissioni, accelerazione della decarbonizzazione”.

Considerando gli attuali modelli di consumo, nel 2030 saranno necessari due Pianeti Terra interi per fornire all’uomo tutte le risorse di cui necessita, ma il conto da pagare per uno sfruttamento e un degrado degli ecosistemi senza precedenti si presenta già oggi. Oltre agli impatti sui sistemi naturali e urbani, se procediamo a questa velocità verso “l’inferno climatico” – come lo ha recentemente definito il Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres in occasione della COP27 – ad ogni decimo di grado in più aumentano anche i rischi per la salute e il benessere umano, a partire dalla mortalità e dalle morbilità di patologie ad alto impatto, come quelle cardiovascolari.

“La vulnerabilità della salute del Pianeta espone la popolazione non solo a un rischio maggiore di malattie non trasmissibili ma anche di epidemie più o meno “rumorose”, come nel caso della resistenza antimicrobica, riconosciuta anche dall’OMS tra le principali minacce alla salute umana. Il nostro Paese continua a detenere il primato, tra i Paesi OCSE di decessi, DALYs e costi associati all’antimicrobico-resistenza”, ha dichiarato Daniela Bianco, Partner e Responsabile della Divisione Healthcare di The European House-Ambrosetti.

“Per far fronte a questa grave minaccia per l’uomo, gli animali, le piante e l’ambiente, è fondamentale promuovere un uso prudente e consapevole degli antibiotici che, sia in ambito umano che veterinario, costituiscono un presidio fondamentale nella cura di moltissime malattie e per questo devono essere utilizzati in modo appropriato”, ha affermato il Ministro della Salute Orazio Schillaci in un messaggio letto nel corso dell’evento. “Per contrastare la resistenza antimicrobica e i rischi per la salute umana e animale ad essa correlati, è necessario dare concreta attuazione ad una strategia “One health” basata sull’integrazione di diverse discipline e sul riconoscimento del legame indissolubile che intercorre tra la salute umana, quella animale e la salute dell’ecosistema. È questo un obiettivo prioritario nell’azione del Ministero della Salute e un approccio valorizzato in particolare nel Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020-2025”.

A livello globale, esiste già una bussola orientata alla visione alla base della Planetary Health: i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, che mirano alla costruzione di un mondo più sano per gli esseri umani e per gli animali, in armonia con l’ambiente e in cui la promozione della salute e del benessere è trasversale a tutti gli ecosistemi sociali ed economici. Gli SDGs non rappresentano solo buoni propositi: per i Governi possono diventare un framework di riferimento per l’allocazione della spesa pubblica e per i diversi settori economici una guida per lo sviluppo di un approccio strategico alla sostenibilità.

“La lente degli SDGs può aiutarci a mettere a fuoco anche gli ambiti prioritari d’azione per il raggiungimento della Salute Planetaria, evidenziando le profonde interconnessioni tra la salute e una molteplicità di altri settori. Nel caso dell’AMR una riduzione dei livelli di resistenza antimicrobica attraverso l’attuazione di programmi di diagnostic stewardship, la promozione di politiche di immunizzazione, l’accesso a test e terapie innovative potrebbe contribuire al raggiungimento di diversi SDGs. Agire in ottica intersettoriale significa generare impatti anche sulla sicurezza della produzione alimentare, sulla crescita economica connessa alle esportazioni, sul contenimento dei prezzi dei beni primari e sulla tutela dell’ambiente, prevenendo la contaminazione di falde acquifere e del suolo, per fare alcuni esempi”, ha aggiunto Stathis Chorianopoulos, Vice President dell’Adriatic Cluster di bioMérieux.

Condividendo molti dei principi che guidano l’Agenda 2030, come l’orientamento alla promozione di una salute equa e accessibile per tutti, la tutela del benessere e della produttività delle persone, o la propensione all’innovazione, il settore delle Life Sciences ha il potenziale per diventare uno dei protagonisti della transizione verso la sostenibilità nel lungo periodo. Investendo su 5 caratteristiche chiave del settore – science-based, trasparente e aperto all’innovazione, circolare, resiliente e carbon neutral – le imprese possono partecipare attivamente al cambiamento, una scelta che nella maggior parte dei casi risulta premiante anche a livello di performance economica e di mercato.

“Il settore delle Life Sciences rappresenta un motore fondamentale di innovazione e crescita sostenibile, contribuendo alla gestione delle sfide sanitarie attraverso investimenti continui in ricerca e innovazione, orientati alla progettazione e allo sviluppo di soluzioni disruptive. Il raggiungimento dell’obiettivo più alto – assicurare una vita sana e una buona salute a tutte le età – passa necessariamente da un accesso tempestivo ed equo alle soluzioni terapeutiche, ma anche dal perseguimento di altri risultati, come l’adozione di modelli produttivi sostenibili, basati su condizioni di lavoro dignitose e rispettosi dell’ambiente. Per accelerare nella direzione di una salute sostenibile dei cittadini e del Pianeta, è indispensabile fare sistema, promuovendo le occasioni di collaborazione tra pubblico e privato, in linea con l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 17, vale a dire la “Partnership per gli obiettivi”, ossia il rafforzamento delle modalità di attuazione e il rilancio del partenariato globale per lo sviluppo sostenibile”, ha sottolineato Paivi Kerkola, Country President di Pfizer Italia.

All’evento realizzato da The European House – Ambrosetti con il contributo non condizionante di Pfizer e il supporto non condizionante di bioMérieux sono intervenuti anche: Marco Baccanti (Direttore Generale, Fondazione ENEA Tech e Biomedical), Silvio Brusaferro (Presidente, Istituto Superiore di Sanità), Elaine Flores (Research fellow in Planetary Health, Centre on Climate Change and Planetary Health, London School of Hygiene & Tropical Medicine e Stanford Center for Innovation in Global Health), Enrico Giovannini (Professore Ordinario di Statistica Economica all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”), Andrea Gori (Direttore UO Malattie Infettive, IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore; Coordinatore Scientifico, MACH – Centre for Multidisciplinary Research in Health Science), Elena Murelli (Componente Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro Pubblico e Privato e Previdenza Sociale, Senato), Elisa Pirro (Componente Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro Pubblico  e Privato e Previdenza Sociale, Senato), Gianni Rezza (Direttore Generale della Prevenzione, Ministero della Salute), Stefano Vella (Professore di Global Health, Università Cattolica del Sacro Cuore; Membro della Delegazione italiana, Horizon Europe – Health Cluster, Commissione Europea), Antonio Villafranca (Direttore degli studi dell’ISPI e Co-Head, Europe and Global Governance Centre).