Gomitolorosa, la onlus che promuove il lavoro a maglia (la lanaterapia) negli ospedali come strumento per ridurre l’ansia in pazienti, lancia una nuova iniziativa di maglia solidale a beneficio delle persone malate di Alzheimer e dei loro famigliari. Le volontarie de IL FILO CHE UNISCE, il network di volontarie di Gomitolorosa onlus, hanno realizzato 1500 maniche colorate, lavorate a maglia con tinte forti e arricchite di piccole decorazioni (sempre di lana) che attirano l’attenzione dei pazienti di Alzheimer nei momenti di agitazione, distraendoli.

Il 21 settembre, giornata mondiale dedicata a questo morbo, i volontari li consegneranno a 25 case di cura di tutta Italia.

I benefici di queste maniche
«Il manicotto – spiega il presidente di Gomitolorosa, il dottor Alberto Costa – che ci è stato suggerito dalle nostre colleghe della fondazione Ozana di Zagabria (www.udruga-ozana.hr/) in Croazia, funziona così: nei momenti di ansia e di agitazione il manicotto viene infilato al braccio del paziente che sembra molto attratto dai colori e dalle decorazioni (fiocchetti, palline, ciuffi di lana). L’attenzione si sposta sul manicotto e pian piano torna la calma senza ricorrere a sedativi o a farmaci ipnotici».

Gli esperti raccomandano il potenziamento di attività che portino i cinque sensi verso una maggiore relazione con il mondo circostante, giustamente stimolati e combinati. Il manicotto grazie al materiale utilizzato, pura lana vergine certificata, e grazie ai molteplici elementi applicati, sempre in lana, stimolerà l’esplorazione tattile, mentre l’insieme dei colori utilizzati, stimolerà l’esperienza visiva. Richiamerà dunque la sua attenzione in maniera naturale.

«Storicamente Gomitolorosa dedica i progetti di lanaterapia alle pazienti e i pazienti malati di tumore. E’ infatti nei reparti oncologici che, dal 2012, le pazienti possono trovare i nostri ferri e i nostri gomitoli per ingannare il tempo in attesa delle terapie o delle visite. Ora però sentiamo il bisogno di esplorare anche i territori dei disturbi della mente e più in generale del funzionamento del sistema nervoso. Alzheimer e le demenze saranno i nostri prossimi obbiettivi, con la ferma intenzione di dare anche qui un contributo significativo», aggiunge Costa.

Obiettivo: salvaguardare la “riserva cognitiva”
La realizzazione di molti di questi manicotti è passata anche attraverso le mani dei pazienti stessi, nella fase iniziale della malattia, con l’obiettivo di offrire loro un’attività ricreativa che potesse sollecitare il proprio impegno cognitivo. Salvaguardare la “riserva cognitiva” attraverso relazioni sociali, attività fisica, studio, lettura, stile di vita corretto, ecc. ritarda, infatti, la malattia fino a cinque anni. Il lavoro a maglia ad esempio fa parte di quelle capacità conservate che proposta nei giusti tempi, nel giusto modo, può aiutare la persona in maniera naturale a mantenere la propria abilità. È stato dimostrato che le attività produttive, vale a dire il lavorare con le mani, stimolano il 60 % del nostro cervello. Lavorare a maglia favorisce la formazione di nuove cellule cerebrali soprattutto nell’ippocampo, il centro di formazione delle memorie esplicite

Il progetto nella RSA di Biella
Gomitolorosa inoltre sta organizzando una serie di giornate – laboratorio presso le strutture sanitarie (i CDCD o le RSA) che si occupano dei pazienti con demenza. Da quando la nostra Associazione ha lanciato l’idea del progetto manicotti, lo scorso settembre in occasione proprio della giornata dell’Alzheimer, abbiamo anche fatto nascere un laboratorio permanente di lanaterapia dedicato appunto alla promozione del lavoro a maglia nel mondo dei disturbi cognitivi a Biella, in collaborazione con Social Club MENTE LOCALE AIMA BIELLA. Nella splendida location di Villa Boffo, alcune volontarie Gomitolorosa esperte di knit&crochet, offrono lana, strumenti, schemi da seguire e supporto per la realizzazione dei manufatti e per trascorrere un pomeriggio in compagnia.

Il progetto a Roma: il “Caffè della Lana”
Tra i progetti futuri, inoltre, c’è quello di far nascere il “Caffè della Lana” a Roma, una iniziativa di Alzheimer Uniti Roma (www.alzheimeruniti.it) in collaborazione con Gomitolorosa onlus, per ospitare malati e familiari, prendere una bibita e magari un pasticcino, mentre si parla della malattia con gli esperti e si fa anche terapia, in questo caso soprattutto lanaterapia. Alla stregua degli “Alzheimer Cafè”, nati in Olanda nel 1997 e che l’Associazione Alzheimer Uniti Roma porta avanti con orgoglio già da molti anni, il Caffè della Lana vedrà la lana, appunto, come strumento protagonista delle attività che verranno proposte.

Un supporto anche per i caregiver
L’Alzheimer (vessillo di tutte le forme di demenza) è una malattia che tende ad isolare sia la persona che il familiare. «E infatti di solito si “ammala” anche la famiglia».
Talvolta un comportamento inadatto nel familiare spesso scatena o amplifica peggioramenti clinici nel paziente che reagisce con agitazione e aggressività.
«Il nostro progetto ha l’ambizione di riuscire a interrompere quel circolo vizioso, che è lì pronto ad avviluppare entrambi, in una spirale esponenziale e malefica», commenta la direttrice di Gomitolorosa Ivana Appolloni.
Anche per questo motivo ci proponiamo di promuovere il lavoro a maglia fra chi assiste questo tipo di pazienti, parenti, amici, badanti, che spesso devono trascorrere interminabili ore vicino al loro malato e quasi sempre altro non trovano da fare che imbottirsi di programmi televisivi.