Se in sanità per prevenire occorre conoscere, quando si parla di diabete questo assunto diventa fondamentale, e lo diventa ancor di più se si guarda all’elemento centrale del contrasto a questa patologia: il controllo dei livelli glicemici. C’è infatti una preoccupante difformità tra regione e regione nelle modalità di gestione e controllo di questo specifico aspetto sanitario. Una difformità che, nonostante alcune lodevoli eccellenze, va superata con urgenza e ricondotta ad una efficiente omogeneità assistenziale oggi irrinunciabile.
Su questo importante tema di sanità pubblica si è tenuto oggi alla Camera dei Deputati un convegno su “Innovazione e sostenibilità nella governance dei sistemi sanitari regionali: il caso del monitoraggio dei livelli glicemici nel paziente diabetico”. L’evento, promosso dalla rivista Rh+ Regional health, pubblicazione che tra i suoi obiettivi si prefigge di diffondere le best practice regionali, ha visto la partecipazione di politici, economisti, esponenti della comunità scientifica, del mondo advocacy, oltre a numerosi esponenti della gestione dei servizi sanitari delle diverse regioni italiane. Si è trattato di un confronto pubblico scaturito dagli esiti di approfondite analisi, che la rivista ha promosso sotto forma di tavoli di lavoro, in cinque regioni italiane – Toscana, Piemonte, Veneto, Sicilia e Puglia – e dai quali è emersa una grande necessità di semplificazione nei percorsi di cura. “Una semplificazione – come ha rilevato il Prof. Andrea Lenzi, Ordinario di Endocrinologia, Policlinico Umberto I, Roma – che deve essere sempre più orientata al coinvolgimento attivo dei pazienti e dei loro caregiver e che, se fosse diffusa su larga scala, produrrebbe maggior efficacia di cura oltre che le irrinunciabili economie. Il controllo dei livelli glicemici è, in questo senso, un esempio emblematico se si considera il cambio di passo che in questa direzione può essere offerto dalle nuove tecnologie ancora troppo spesso ignorate”.
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Nel nostro Paese la patologia diabetica, che interessa quasi 4 milioni di pazienti, ha beneficiato negli ultimi anni di un tasso di innovazione molto accelerato, che ha reso notevolmente più efficace il controllo della malattia e la sua evoluzione in senso migliorativo. Una innovazione che ha interessato tutti gli aspetti, incluso quello relativo al monitoraggio dei livelli glicemici il cui ruolo è centrale sul piano della gestione ottimale della patologia stessa per la quale sono destinate ad avere un ruolo sempre più centrale tutte le modalità assistenziali che si avvalgono della telemedicina nelle sue più diverse declinazioni. Tuttavia, le analisi dei diversi contesti regionali evidenziano ancora oggi notevoli difformità e, in proposito, l’On Roberto Pella, presidente dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete ha sottolineato: “L’organizzazione del nostro Servizio Sanitario, oggi strutturata e organizzata su base regionale, impone alla politica e alle istituzioni di interrogarsi ancora una volta sulle difformità e i ritardi con i quali l’innovazione trova accoglienza nei diversi contesti regionali. Le conseguenze di inadeguati controlli dei livelli glicemici – ha proseguito il Deputato – oltre a colpire i pazienti e a ingenerare disuguaglianze incrementali sui territori, generano oneri sociali e sanitari che, nel loro complesso, vanno ponderati rispetto ai vantaggi che l’investimento in innovazione, specie in questa fase storica, può garantire”.
Molteplici sono le evidenze che nei tempi più recenti hanno confermato la centralità del ruolo delle nuove tecnologie nel controllo in continuo dei livelli glicemici anche da remoto. Tra le più recenti un’analisi – frutto anche delle necessità e delle limitazioni poste dalla pandemia e prodotto dalla collaborazione tra l’Associazione Medici Diabetologi, la Società Italiana di Diabetologia e la Società Italiana di Endocrinologia – che, come ha rilevato la Prof.ssa Concetta Irace, Ordinario presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università della Magna Graecia di Catanzaro evidenzia chiaramente che “… le nuove tecnologie consentono di ridurre tempi assistenziali e liste di attesa nonché di dedicare maggiore attenzione ai pazienti critici o con maggiori difficoltà di accesso ai centri, oltre a rendere possibile una loro rapida caratterizzazione grazie al monitoraggio in continuo del glucosio”.