Buone notizie per i pazienti adulti con carcinoma a cellule squamose dell’esofago (OSCC) avanzato non resecabile, ricorrente o metastatico, con espressione tumorale del PD-L1 ≥ 1%. La Commissione Europea, infatti, ha approvato nivolumab in associazione a chemioterapia di combinazione a base di fluoropirimidina e platino per il trattamento in prima linea  La decisione della Commissione Europea è basata sui risultati dello studio di Fase 3 CheckMate -648, nel quale nivolumab con chemioterapia ha dimostrato un beneficio di sopravvivenza globale (OS) statisticamente significativo e clinicamente rilevante rispetto alla sola chemioterapia, all’analisi ad interim predeterminata. Il profilo di sicurezza di nivolumab con chemioterapia era in linea con gli studi riportati in precedenza. I risultati dello studio CheckMate -648 sono stati presentati al congresso annuale della American Society of Clinical Oncology (ASCO) a giugno 2021.

“Questa approvazione rappresenta un importante passo avanti per i pazienti dell’Unione Europea, soprattutto per la natura estremamente aggressiva del carcinoma a cellule squamose dell’esofago” afferma Ian M. Waxman, M.D., responsabile sviluppo, tumori gastrointestinali, Bristol Myers Squibb. “Nivolumab con chemioterapia è una delle due terapie di associazione a base di nivolumab appena approvate che mostra un beneficio di sopravvivenza globale superiore rispetto alla chemioterapia da sola, offrendo maggiori speranze ai pazienti con carcinoma a cellule squamose dell’esofago avanzato non resecabile, ricorrente o metastatico, con espressione tumorale del PD-L1 ≥ 1%. Siamo desiderosi di presentare questa nuova opzione di trattamento ai pazienti dell’Unione Europea e di migliorare potenzialmente la loro sopravvivenza.”

La Commissione Europea ha inoltre approvato nivolumab in associazione ad ipilimumab per il trattamento in prima linea di pazienti adulti con carcinoma a cellule squamose dell’esofago (OSCC) avanzato non resecabile, ricorrente o metastatico, con espressione tumorale del PD-L1 ≥ 1%.

L’approvazione della Commissione Europea permette l’utilizzo di nivolumab in associazione a chemioterapia di combinazione a base di fluoropirimidina e platino per il trattamento di pazienti adulti con OSCC avanzato non resecabile, ricorrente o metastatico, con espressione tumorale del PD-L1 ≥ 1% nei 27 Stati membri dell’Unione Europea, Islanda, Liechtenstein e Norvegia.

Il risultato più importante è quello relativo alla sopravvivenza globale (OS) che è stata era di 15,44 mesi per nivolumab con chemioterapia rispetto a 9,07 mesi per la sola chemioterapia. Migliorata anche la sopravvivenza libera da progressione che è stata di quasi sette mesi per nivolumab con chemioterapia rispetto ai quasi cinque per la chemioterapia. Ancora più netta la differenza se si guarda al tasso complessivo di risposta: 53,2% per nivolumab con chemioterapia rispetto al 19,7% per la chemioterapia. Ecco perché quest’approvazione rappresenta un importante passo avanti per i pazienti dell’Unione Europea, soprattutto per la natura estremamente aggressiva del carcinoma a cellule squamose dell’esofago.

Lo studio CheckMate -648

CheckMate -648 è uno studio randomizzato di Fase 3 per la valutazione di nivolumab più ipilimumab (N=325) o nivolumab con fluorouracile e cisplatino (N=321) rispetto a fluorouracile più cisplatino (N=324) nei pazienti con carcinoma a cellule squamose dell’esofago, precedentemente non trattato, non resecabile, ricorrente o metastatico.

Gli endpoint primari dello studio sono la sopravvivenza globale (OS) e la sopravvivenza libera da progressione (PFS) secondo una revisione centrale indipendente in cieco (BICR) nei pazienti con espressione tumorale del PD-L1 ≥1% per entrambe le combinazioni a base di nivolumab rispetto alla chemioterapia. Gli endpoint secondari dello studio comprendono la OS e la PFS secondo una revisione centrale indipendente in cieco in tutta la popolazione randomizzata.

Nel braccio con nivolumab e chemioterapia i pazienti sono stati trattati con nivolumab 240 mg ogni 2 settimane nei giorni 1 e 15, fluorouracile 800 mg/m²/die nei giorni da 1 a 5 (per 5 giorni), e cisplatino 80 mg/m² il giorno 1 (di un ciclo di quattro settimane). I pazienti hanno ricevuto nivolumab fino ad un massimo di 24 mesi o fino a progressione di malattia, tossicità inaccettabile o revoca del consenso e la chemioterapia fino a progressione di malattia, tossicità inaccettabile o revoca del consenso.

Nel braccio con nivolumab e ipilimumab i pazienti sono stati trattati con nivolumab 3 mg/kg ogni 2 settimane e ipilimumab 1 mg/kg ogni 6 settimane fino ad un massimo di 24 mesi o fino a progressione di malattia, tossicità inaccettabile o revoca del consenso.

Il carcinoma dell’esofago

Il carcinoma dell’esofago è il settimo tumore più comune e la sesta causa di morte per cancro a livello mondiale, con circa 600.000 nuovi casi e più di 540.000 morti nel 2020. I due tipi più comuni di carcinoma dell’esofago sono il carcinoma a cellule squamose e l’adenocarcinoma, che rappresentano circa l’85% e il 15% di tutti i carcinomi esofagei, rispettivamente, anche se l’istologia tumorale esofagea può variare a seconda della regione e del Paese. Il carcinoma a cellule squamose costituisce circa il 60% dei casi di carcinoma esofageo in Europa.