Che sarà mai una banale influenza? E’ un po’ l’idea diffusa che in molti hanno specie da quando dobbiamo vedercela con il Coronavirus che mette più paura. Ora poi si parla di Flurona, il termine usato per la sintomatologia che colpisce una persona che ha preso contemporaneamente l’influenza e il Covid19 e che può mettere particolarmente a rischio alcuni soggetti tra cui gli anziani. La vaccinazione antinfluenzale è ancora più importante quest’anno perché la scarsa circolazione del virus nella scorsa stagione ha prodotto un’immunità inferiore e anche perché dal momento che i sintomi delle due infezioni sono in una prima fase simili, l’aver fatto il vaccino antinfluenzale permette una diagnosi differenziale nella popolazione generale, e soprattutto nei più fragili.

I numeri dell’influenza

Si stima che i morti attribuibili all’influenza in Italia siano circa 8mila. Il motivo principale è che spesso il virus influenzale è in grado di aggravare le condizioni già compromesse di pazienti affetti da altre patologie, per esempio respiratorie o cardiovascolari. Inoltre, il 65% delle ospedalizzazioni sono legate all’influenza.

Le complicanze dell’influenza

Tra le complicazioni più conosciute dell’influenza ci sono quelle che colpiscono il sistema respiratorio, come bronchiti, polmoniti, infezioni dei seni paranasali e infezioni dell’orecchio. È anche ben noto che l’influenza può aggravare una serie di condizioni croniche sottostanti del sistema respiratorio, tra cui l’asma e la BPCO. Inoltre, l’influenza può causare o far peggiorare problemi respiratori e cardiovascolari: aumenta di 100 volte il rischio di polmonite, di 10 di quello di infarto del miocardio e di 8 volte quello di ictus. Anche negli adulti sani (>40 anni), il rischio di infarto e ictus cerebrale aumenta nel periodo immediatamente successivo ad un episodio influenzale. A seguito di un’influenza, le persone con diabete hanno un rischio triplo di ospedalizzazione, quadruplo di ricovero in terapia intensiva, doppio di infezioni letali.

L’influenza negli anziani

Il 65% delle ospedalizzazioni legate all’influenza e l’85% dei decessi correlati alla contrazione di questo virus riguardano principalmente persone over 65. Inoltre, 1 anziano su 10 ospedalizzato per via dell’influenza vede poi venire meno la propria indipendenza. Prevenire l’influenza negli anziani consentirebbe di diminuire il loro accesso al pronto soccorso in presenza di sintomi ormai gravi, evitando così di esporli a ulteriori rischi, come quello di contagio con Sar-Cov-2.

Perché è importante il vaccino anti-influenzale

Il modo più efficace di prevenire l’influenza e le sue complicanze è la vaccinazione e lo è ancor di più in questa lunga fase di pandemia. Secondo quanto emerso da una recente metanalisi c’è stata una diminuzione del 36% del rischio di eventi cardiovascolari in persone fragili vaccinate e il 79% di rischio di ospedalizzazione in persone con diabete 2 vaccinate. Uno studio pubblicato sulla rivista Vaccine nel 2021 ha mostrato, inoltre, che negli adulti la vaccinazione antinfluenzale diminuisce del 26% il rischio di essere ammessi in reparti di terapia intensiva e del 31% di morire per influenza rispetto alla popolazione non vaccinata.

Clicca qui per vedere la video-intervista con il professor Francesco Vitale, ordinario di Igiene Generale presso Università di Palermo e Coordinatore Scientifico Società Italiana Igiene e Medicina Preventiva (S.It.I.)

Il vaccino antinfluenzale e infezione da Sars-Cov-2

Proteggersi dall’influenza è ancora più importante vista la circolazione ancora pesante di Coronavirus. Uno studio condotto nel Regno Unito dimostra che la co-infezione è associata con un rischio doppio di ricovero in terapia intensiva e di morte rispetto alla sola infezione da Sars-Cov-2. Un’analisi condotta in Italia nel 2020 ha rilevato che adulti e anziani che avevano ricevuto la vaccinazione antipneumococcica nell’anno precedente avevano una minore probabilità di infettarsi con SARS-CoV-2 rispetto alle controparti non vaccinate. Considerando la vaccinazione antinfluenzale, i partecipanti di età <65 anni vaccinati avevano una probabilità inferiore di essere infettati da SARS-CoV-2 rispetto a quelli non vaccinati. Dal momento che i sintomi delle due infezioni sono in una prima fase simili, l’aver fatto il vaccino antinfluenzale permette una diagnosi differenziale nella popolazione generale, e soprattutto nei più fragili.

I vaccini non sono tutti uguali

Gli ultra 65enni rappresentano la popolazione a maggior rischio di gravi complicanze correlate all’influenza come polmonite, eventi cardio-vascolari e ictus. Gli anziani vanno incontro a immunosenescenza e hanno necessità di vaccini specifici, che garantiscano una maggiore protezione. Per gli anziani i vaccini indicati sono i vaccini quadrivalenti – che proteggono cioè da tutti e 4 i virus individuati dall’OMS per la stagione –, in particolare i vaccini ad alto dosaggio garantiscono una protezione massima e hanno dimostrato un’efficacia superiore nel prevenire ricoveri ospedalieri negli anziani, evitando anche eventi cardiovascolari e quadri di polmoniti.

Clicca qui per vedere la video-intervista con il prof. Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna e presidente onorario della Società Italiana di Diabetologia

Non è troppo tardi per vaccinarsi

Visto che siamo quasi a fine gennaio, ormai è inutile vaccinarsi contro l’influenza? Secondo gli esperti si è ancora in tempo e soprattutto si può approfittare della co-somministrazione del vaccino SARS-CoV-2 e di quello antinfluenzale così come autorizzato dal Ministero della Salute che ha dato il via libera alla somministrazione nella stessa seduta dei due vaccini in soggetti a rischio per entrambe le infezioni o in occasione della terza dose booster del vaccino anti Covid-19. I risultati preliminari del primo studio descrittivo di co-somministrazione del vaccino quadrivalente ad alto dosaggio di Sanofi Pasteur con la terza dose di vaccino COVID-19 mRNA mostrano che la somministrazione contemporanea dei due vaccini è sicura, ben tollerata e con una adeguata risposta anticorpale pari a ciascun vaccino somministrato singolarmente.