Squid Game è la serie Netflix del momento. Una serie dal successo planetario, probabilmente inaspettato, che oggi, però, non è più solo una serie, ma è diventata anche un fenomeno trasversale social e sociale, che coinvolge bambini (purtroppo), adolescenti e adulti. Stanno anche già realizzando un videogioco che richiamerà i contenuti della serie, stile Battle Royale. Ci sono challenge già diffuse nelle principali piattaforme online e ci sarà certamente almeno un’altra stagione. Le persone stanno comprando ogni tipo di gadget: formine per dolci, maschere per bambini, magliette, card. Un hotel nella Corea del Sud sta già organizzando il gioco dal vivo, senza morti ovviamente, ma con le stesse dinamiche del gioco.

La serie è vietata ai minori di 14 anni, ma i divieti nel nostro Paese troppo spesso sono un’indicazione fine a se stessa.  E, infatti, sappiamo che ormai in Italia questa serie è vista non soltanto dagli undicenni, ma addirittura dai bambini delle elementari anche perché si basa su alcuni giochi dell’infanzia come un, due, tre stella o il gioco del calamaro.

Che impatto sta avendo Squid game sui nostri figli? Li rende più violenti? Li spaventa? E noi come genitori cosa possiamo fare? In questa video-intervista sul canale YouTube di Medikea Tv, lo chiediamo a Maura Manca Psicologa Clinica, Psicoterapeuta, presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza e autrice del libro Leggimi nel pensiero.

“Il fatto che si parli di giochi per bambini – spiega la psicologa – NON significa che sia una serie adatta a loro, nonostante sia ormai entrata nelle loro vite in maniera diretta e indiretta. Nella realtà, quando si gioca, si simula, c’è finzione, si può tornare indietro, imparare e ripartire; in Squid Game, invece, le conseguenze per chi sbaglia, per chi perde, per chi non rispetta le regole non hanno niente a che vedere con l’infanzia, non sono minimamente adatte e adeguate per gli spettatori più piccoli”.

Infatti, abbiamo letto notizie in cui si racconta che i bambini addirittura imitano i giochi di Squid Game. Da qualche giorno su change.org è partita una petizione promossa dalla Fondazione Carolina (la giovane novarese che si è tolta la vita nel 2013 e che è considerata la prima vittima del cyberbullismo in Italia) per bloccare la serie tv.

Ed è arrivata anche la denuncia ad Agcom da parte del Moige, il Movimento Italiano dei Genitori, il quale chiede di prendere seri provvedimenti su Squid Game. “Chi offre intrattenimento dai contenuti violenti ed estremi sia responsabile dei danni ai minori”, dichiara Elisabetta Scala che è la vicepresidente del Moige.

Ma in concreto, cosa dovrebbero fare i genitori considerando il fatto che spesso non sono in casa con i figli e che comunque dai cellulari accedono ormai a qualunque contenuto per cui anche i divieti sono difficili? Oltre alla famiglia, la scuola può avere un ruolo? Lo spiega la psicologa Maura Manca in questa video-intervista.