Alla pandemia da Coronavirus rischia di seguire un’epidemia di malattie causate da stili di vita scorretti, dai tumori alle patologie reumatologiche fino a quelle cardiovascolari come infarto e ictus. Nel 2021, si conta oltre un milione di fumatori in più rispetto al passato (hanno raggiunto gli 11,3 milioni, pari al 26,2% della popolazione rispetto al 23,3% di gennaio 2020). Il 44% dei cittadini è aumentato di peso fra smart working e riduzione dell’attività fisica a seguito della chiusura di palestre e piscine (l’incremento è stato in media di ben 4 Kg). Inoltre, nel 2020 si sono registrati aumenti del 23,6% fra i maschi e del 9,7% delle femmine del consumo eccessivo di alcol in grado di mettere a rischio la salute. Dati allarmanti, che devono portare la prevenzione in cima alla lista delle priorità. Per questo le società scientifiche riunite nel “Forum Permanente sul Sistema Sanitario Nazionale nel post Covid” lanciano, insieme al mondo dello sport rappresentato dal CONI, un vero e proprio “Piano Marshall” per promuovere gli stili di vita sani, un progetto a 360 gradi rivolto a tutti i cittadini.
L’iniziativa di 19 società scientifiche
“Il ‘Forum’ è composto da 19 società scientifiche delle principali aree terapeutiche (oncologia, cardiologia, ematologia, reumatologia, neurologia, ginecologia, urologia, chirurgia) che, per la prima volta, si sono riunite per affrontare il post Covid – spiega Francesco Cognetti, Coordinatore del ‘Forum’ e Presidente Fondazione Insieme contro il Cancro -. Abbiamo realizzato un corposo documento, inviato al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute avanzando proposte concrete per ridisegnare il Sistema Sanitario Nazionale e risolvere i grandi temi emersi con il coronavirus a partire dalla carenza strutturale di medici, dalla modernizzazione degli ospedali e dalla riorganizzazione della medicina del territorio. Nel 2020 sono stati oltre 1,3 milioni i ricoveri in meno rispetto al 2019, quelli di chirurgia oncologica sono diminuiti dell’80% nell’attività programmata e, per l’area cardiovascolare, il calo è stato di circa il 20%. Allo stesso tempo, ci stiamo rendendo conto che la pandemia, oltre ai 130.000 decessi, rischia di provocare un’altra epidemia legata agli scorretti stili di vita che i cittadini hanno adottato in un anno e mezzo di lockdown”. “Lanciamo un ‘Piano Marshall’ articolato dedicato alla prevenzione – continua il Prof. Cognetti -. Partiamo con una campagna social molto ampia, per poi andare negli stadi e nei palazzetti dello sport prima delle partite, per distribuire opuscoli e materiale realizzato ad hoc. Un modo per incontrare e informare i cittadini. Diffonderemo manifesti negli ospedali per sensibilizzare pazienti e familiari. Organizzeremo anche appuntamenti nelle piazze dove incontreremo cittadini di tutte le età”.
Sport come medicina
“Lo sport si schiera a fianco della scienza per sensibilizzare tutti i cittadini – afferma Giovanni Malagò, Presidente CONI -. L’OMS raccomanda di praticare almeno centocinquanta minuti, cioè due ore e mezza di attività fisica moderata ogni settimana, come camminare o andare in bicicletta. L’American Cancer Society ha aggiornato le linee guida per la prevenzione oncologica, raddoppiando il tempo da dedicare al movimento. Il documento esorta gli adulti a praticare tra i 150 e i 300 minuti di attività fisica di moderata intensità o tra i 75 e i 150 minuti di attività fisica intensa a settimana. Purtroppo, in Italia, i dati pre-pandemia, aggiornati al 2019, mettevano già in luce la scarsa attitudine di buona parte dei cittadini nei confronti del movimento: il 35% della popolazione non pratica alcuna attività sportiva, ma queste percentuali sono peggiorate a seguito delle restrizioni imposte dalla pandemia. Ora dobbiamo impegnarci per far tornare tutti a praticare sport con continuità”.
La prevenzione al femminile
“Uno studio internazionale che ha coinvolto circa un milione e mezzo di persone e 26 tipologie di carcinoma ha evidenziato come l’attività fisica riduca di più del 20% l’incidenza di sette tipi di neoplasie: il cancro dell’esofago, endometrio, rene, polmone, fegato, gastrico e la leucemia mieloide – sottolinea Giovanni Scambia, Direttore scientifico Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma e Past President Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia -. Una riduzione di incidenza tra il 10% ed il 20% riguarda il rischio per altre sei tipologie, tra cui i tumori della mammella, della testa e del collo, del retto, della vescica e il mieloma. La prevenzione è un percorso che deve accompagnarci in tutte le età e deve essere sempre più personalizzata in base alle caratteristiche individuali. In particolare, nelle donne, a ogni fase della vita corrispondono programmi specifici, dalla vaccinazione anti HPV nell’adolescenza, all’adesione in età adulta ai programmi di screening mammografico e al Pap test per la prevenzione del tumore del collo dell’utero e, nelle persone che presentano familiarità per neoplasie della mammella o dell’ovaio, i controlli ginecologici, ecografici e mammografici devono iniziare dai 30 anni. Gli stili di vita sani, in particolare attività fisica e controllo del peso, vanno mantenuti per tutta la vita, anche in post menopausa, e svolgono un ruolo importante nella riduzione del rischio di recidiva nelle persone che hanno ricevuto la diagnosi di tumore”.
Fumo e alcol mettono a rischio la salute dei giovani
Il “Piano Marshall” per la prevenzione ha un focus mirato in particolare ai giovani. La pandemia ha infatti determinato un incremento dei tabagisti under 18. Uno su 3 fra i 14 e i 17 anni ha già avuto contatto con il fumo di sigaretta e il 42% con la sigaretta elettronica. Non solo. L’isolamento causato dalla pandemia ha favorito un consumo incontrollato di alcol. A preoccupare in particolar modo è l’aumento registrato nel 2020 delle giovani consumatrici a rischio (30,5%), le 14-17enni, che superano per la prima volta i loro coetanei (28,4%). Altra variabile collegata al rischio è il bere per ubriacarsi, il binge drinking, l’abbuffata alcolica di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione, che coinvolge 830.000 11-25enni (21,8% del totale dei binge drinker in Italia) che giungono fino all’intossicazione.
La campagna della Uefa
“Il mondo dello sport – spiega Michele Uva, Direttore Football & Social Responsability della UEFA – deve occuparsi di un tema fondamentale come l’Health & Well-being oggi e soprattutto pensando alle nuove generazioni. I temi della nutrizione, dell’attività fisica, del benessere mentale e dell’evitare l’uso di sostanze dannose alla salute sono urgenze sociali da affrontare. La UEFA lo sta. facendo utilizzando un nuovo percorso con gli allenatori delle nazionali femminili e maschili delle 55 federazioni europee come testimonial. Il programma ‘Coaches for Health’ parte con la campagna #FeelWell, Play Well creata grazie al contributo scientifico della Fondazione Insieme contro il Cancro. Nei prossimi tre mesi useranno le loro voci influenti per ingaggiare i giovani e la società civile in generale sull’importanza di adottare scelte comportamentali sane che aiutino il pilastro della prevenzione. Durante la fase pilota gli allenatori di cinque Federazioni – Israele, Italia, Paesi Bassi, Irlanda del Nord e Slovenia – hanno registrato messaggi educativi attraverso video di 10-30 secondi che saranno trasmessi su tutti i canali di comunicazione: social media, newsletter, siti web ufficiali. I miei complimenti alla Fondazione Insieme contro il Cancro che ha aperto la strada nel passato con il progetto ‘Allenatore Alleato di Salute’, che aveva come testimonial Massimiliano Allegri”.
Allenatori come influencer della salute
“Ho sempre creduto nel progetto ‘Allenatore Alleato di Salute’ – sottolinea Max Allegri – perché tutti noi mister, professionisti e dilettanti, abbiamo il dovere di indirizzare i giovani sul rispetto del proprio fisico per diventare adulti sani. Il Covid ci impone ancora una maggiore attenzione verso questi aspetti. È importante insegnare i corretti schemi di gioco ma è fondamentale spiegare ai ragazzi che è necessario non fumare, non consumare alcol e seguire la dieta mediterranea. Continuo con orgoglio a portare avanti questo progetto”.
“Sono anch’io orgoglioso di partecipare attivamente a questa campagna – aggiunge Roberto Mancini, Ct della Nazionale -. Il mondo dello sport deve fare la sua parte. Dobbiamo prendere coscienza del ruolo che ci viene attribuito dai giovani e dare il buon esempio. Bisogna essere campioni anche nella vita, prendendoci cura della nostra salute”.
In questo video (https://www.youtube.com/watch?v=xRvlr4n1EIo) le interviste con i protagonisti della campagna.