Anche la moda può essere ecosostenibile, equa ed etica. Per questo si batte il movimento globale Fashion Revolution che mira a sensibilizzare i consumatori sulle loro abitudini di acquisto. Sì, perché prima che un pantalone, una gonna, una giacca finiscano nel nostro guardaroba attraversano tantissimi passaggi, ognuno dei quali ha il suo impatto ambientale e sociale. Non solo: una moda ecologicamente sostenibile è vantaggiosa anche per la nostra salute perché la pelle del corpo beneficia del fatto che è a contatto con tessuti naturali. 

Una moda sostenibile 

Il 24 aprile di otto anni fa crollava il Rana Plaza a Dhaka, in Bangladesh. 1.138 persone, per lo più giovani donne, hanno perso la vita e altre 2.500 circa sono rimaste ferite. È il quarto più grande disastro industriale della storia: gli otto piani dell’edificio che ospitava imprese tessili hanno ceduto sotto il peso del ritmo insaziabile della fashion industry, che ha costretto questi lavoratori dell’abbigliamento a continuare a lavorare, nonostante nei giorni precedenti il disastro fossero comparse delle crepe nei muri.

Ebbene, Fashion Revolution è nata proprio per garantire che nessuna tragedia di questa portata potesse mai ripetersi. Il movimento globale mira a sensibilizzare i consumatori sulle loro abitudini di acquisto e si batte per un’industria della moda più equa ed etica, chiedendo al settore e ai governi di riconoscere l’interconnessione tra diritti umani e diritti della natura. 

Come comprare abiti sostenibili

Il cambiamento passa anche attraverso l’azione di ciascuno di noi. Uno degli obiettivi di Fashion Revolution, infatti, è quello di coinvolgere chiunque volesse partecipare attivamente alla «rivoluzione». I modi sono tanti: si può cominciare con il chiedere ai brand chi ha fatto i nostri abiti e cosa contengono, attraverso gli hashtag #WhoMadeMyClothes e #WhatsInMyClothes sui social, o anche scrivendo loro una mail o lasciando una review volte ad approfondire il processo di produzione dei capi; si possono poi invitare gli amici a prendere parte alla campagna perché «più siamo e più la nostra voce non potrà essere ignorata»; infine, la Get Involved guide di Fashion Revolution prevede anche la possibilità di stampare o disegnare un poster da appendere sulla vetrina del proprio negozio o sulla finestra di casa.

Vestiti e salute della pelle 

Ma vestirsi in modo ecosostenibile ha anche dei vantaggi sulla pelle. Tutto ciò che nuoce all’ambiente danneggia anche il nostro organismo perché la pelle non è solo un rivestimento ma un vero e proprio organo che assorbe tutto ciò con cui viene in contatto. Per questo è nato il concetto di ecodermocompatibilità creato dall’Associazione Internazionale di Ecodermatologia SkinEco. Per tutti, ma in particolare per chi ha una pelle sensibile o soffre di allergie, è importante evitare i tessuti sintetici come poliestere, nylon e metacrilati che sono derivati del petrolio e possono irritare la pelle. 

Di moda ecosostenibile ed ecodermocomatibilità si parla in questo video (link disponibile venerdì) con Orsola de Castro, designer di moda sostenibile e tra le fondatrici del movimento Fashion Revolution, e Pucci Romano, dermatologa e presidente di SkinEco, Associazione Internazionale di Dermatologia Ecologica.